#43 The Mom Test: come parlare con i clienti
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Ps: questa è una semplice e grossolana trascrizione non rivisitata della puntata.

Il Mom Test: Come Evitare Dati Fuorvianti Parlando Con I Clienti 


Benvenuto ad una nuova puntata di spunta uno spunto. Oggi parleremo di Product Management e della sua importanza non solo per le startup tecnologiche, ma anche per piccole e medie imprese e liberi professionisti. Oggi andiamo ad esplorare il customer development e un concetto chiave chiamato Mom Test, uno strumento che aiuta a ottenere feedback veritieri dai vostri clienti.

Cos’è il Product Management e perché è importante?

Il Product Manager è una figura centrale nel mondo delle startup e delle aziende tecnologiche, ma non solo. Molti si chiedono “Cosa può fare il Product Management per me, che gestisco una piccola impresa o sono un libero professionista?”. La risposta è semplice: può aiutarti a prendere decisioni più informate basate sulle reali necessità dei tuoi clienti, e non solo sulle tue ipotesi, in un articolo sul mio blog potete trovare ulteriori approfondimenti. As esempio nell’articolo 9 consigli di product management, ho illustrato come queste pratiche possano essere applicate anche in contesti non tecnologici, come per esempio un insegnante d’inglese o una libreria.

Customer Development: il segreto per comprendere i tuoi clienti 

Uno degli aspetti fondamentali del Product Management è il cosiddetto customer development, ovvero l’arte di comprendere i tuoi clienti attraverso il dialogo e l’analisi. Questo processo è fondamentale per migliorare qualisasi prodotto o servizio, indipendentemente dal settore. 
Esempio pratico: se sei un fisioterapista e vuoi capire qual è il modo migliore per inviare delle schede di esercizi ai tuoi pazienti, dovrai scegliere tra varie opzioni (WhatsApp, e-mail, schede cartacee, video, …). Ma come fai a sapere cosa preferiscono i tuoi clienti? La risposta è semplice: parla con loro. 

Il Mom Test: evitare risposte ambigue


Parlare con i clienti, però, non è sempre facile. C’è il rischio di ottenere risposte ambigue e non veritiere. Per questo esiste il Mom Test, un concetto introdotto da Rob Fitzpatrick nel suo libro “The Mom Test: How to Talk to Customers & Learn If Your Business is a Good Idea”. L’idea di base è che, spesso, i clienti non ci dicono la verità, magari per gentilezza o perché non hanno capito la domanda. 
Ecco un esempio classico: un giovane imprenditore chiede alla propria madre cosa ne pensa della sua idea di creare un ricettario online. La madre, per non ferire il figlio, risponde con entusiasmo, anche se in realtà non è affatto interessata. Questo dimostra che dobbiamo fare attenzione a come formuliamo le nostre domande. 

I 3 principi del Mom Test: come parlare ai clienti senza influenzare le risposte


1. Parla della loro vita, non della tua
Quando parli con i clienti, non è il momento di promuovere o vendere la tua idea. Devi capire i loro problemi, non di convincerli della bontà della tua soluzione. Concentrati sulla loro vita quotidiana e su come affrontano certi problemi. 
Un errore comune è chiedere ai clienti direttamente cosa pensano della tua idea o che tipo di funzionalità vorrebbero vedere in un prodotto. Questo rischia di portarli a dare risposte influenzate o ipotetiche. 
Esempio: se sei uno sviluppatore di software per la contabilità, non chiedere “pensi che questo software ti sarebbe utile?”. Piuttosto, chiedi “come gestisci la contabilità attualmente? Quali sono le parti che ti creano più difficoltà?”. Il tuo obiettivo è capire i problemi reali dei clienti, senza farli concentrare sulle possibili soluzioni. È compito tuo sviluppare una soluzione adeguata a quei problemi. 
Un motto abbastanza classico degli startupper è “never ask users for features”. Quindi non chiedere mai agli utenti delle funzionalità. Non chiedere ai clienti di dirti cosa vogliono, non ascoltare le loro soluzioni, ascolta i loro problemi. È il tuo lavoro trovare una soluzione e identificare delle possibili funzionalità.

2. Fai domande specifiche, non ipotetiche
Le domande generiche o ipotetiche spesso a risposte poco utili. Evita domande che iniziano con “Pensi che…” o “Ti piacerebbe…”. Questo tipo di domande spingono i clienti a fare congetture o a rispondere in modo vago. Invece, fai domande basate su esperienze passate e fatti concreti. Questo ti aiuterà a ottenere informazioni più accurate e utili. 
Esempio: se stai sviluppando un servizio di fisioterapista online, non chiedere “Ti piacerebbero video brevi o lunghi per gli esercizi?”. Chiedi piuttosto: “Hai mai utilizzato programmi di allenamento online? Come li hai trovati? Preferivi video brevi o lunghi? Perché?”. Così facendo, riduci al minimo le risposte teoriche e ottieni feedback basati sull’esperienza reale del cliente. 

3. Ascolta di più, parla di meno
In un’intervista con i clienti, il protagonista deve essere il cliente, non tu. Più lasci spazio a loro per esprimersi, più otterrai dati utili. Il tuo ruolo è fare domande che stimolino risposte dettagliate e utili, non guidare la conversazione verso la tua idea. 
Esempio: puoi chiedere: “raccontami l’ultima volta che hai avuto questo problema. Qual è stata la parte più difficile da affrontare? Come hai risolto il problema?”. Domande del genere invitano il cliente a riflettere sulla propria esperienza, dandoti dettagli che non emergerebbero se tu parlassi troppo o orientassi troppo la discussione. 

Evitare i “Bad Data”


Quando parliamo con i clienti, uno degli errori più comuni è raccogliere informazioni poco utili o fuorvianti, i cosiddetti “Bad Data”. Per evitare di prendere decisioni basate su dati non accurati, è importante riconoscere e prevenire tre tipi di “Bad Data” comuni:


1. I complimenti

I complimento non sono informazioni utili. Se un cliente ti fa dei complimenti, spesso lo fa per gentilezza e per non offenderti, ma questo non significa che sia davvero interessato al tuo prodotto o che lo utilizzerebbe. Inoltre, se durante l’intervista ti trovi a ricevere complimenti, è segno che hai parlato troppo della tua idea, anziché concentrarti sul problema del cliente. Ricorda, il fatto che una persona trovi la tua idea “geniale” non vuol dire che la comprerebbe.

Suggerimento pratico: durante le interviste, cerca di essere in due: uno che conduce l’intervista e l’altro che prende appunti. In questo modo, eviterai di interpretare male le risposte per eccesso di entusiasmo o per delusione. È facile farsi influenzare dell’emotività e travisare il reale feedback del cliente. 

2. Ipotesi e risposte generiche

Evita di raccogliere risposte basate su ipotesi o su scenari troppo vaghi. Domande come: “Pensi che ti servirebbe questa soluzione?” o “Hai mai avuto questo problema?” sono troppo generiche e portano a risposte altrettanto vaghe e condizionali. 

Ad esempio: alla domanda “Hai mai avuto un dolore alla spalla?”, quasi tutti risponderebbero “Sì”, ma questo non significa che siano interessati a un corso online su come risolvere problemi alla spalla. Le risposte ipotetiche non riflettono un reale bisogno o interesse del cliente. 

Suggerimento pratico: fai domande specifiche basate su esperienze concrete. Chiedi: “Quando è stata l’ultima volta che hai avuto un problema alla spalla? Come hai cercato di risolverlo? Quali difficoltà hai incontrato?”  

3. Idee e soluzioni suggerite dal cliente

Un altro tipo di “Bad Data” è quando i clienti ti suggeriscono delle soluzioni o delle funzionalità specifiche. Non dovresti chiedere ai clienti come risolvere i loro problemi o quali caratteristiche vorrebbero vedere nel prodotto. Il loro compito non è quello di progettare il prodotto, quello è il tuo lavoro. 

I clienti possono dirti quali sono i problemi, ma non hanno la competenza tecnica per suggerire la soluzione migliroe. Focalizzati sui loro bisogno e frustrazioni, non sulle idee che propongono. 

Suggerimento pratico:

Chiedi ai clienti di parlare delle loro esperienze e dei problemi che affrontano, ma non chiedere loro di proporre soluzioni. È tuo compito analizzare quei problemi e trovare la soluzione più adatta. 

Conclusione 


Ricorda sempre due cose fondamentali

  1. Non è mai troppo presto per parlare con i clienti. 
  2. Prima parla con i clienti, poi lavora alla soluzione

Se segui questi consigli e utilizzi il Mom test, eviterai di sviluppare una soluzione in cerca di un problema, un errore comune che molte startup commettono. Se hai ancora qualche dubbio invece non esitare di contattarmi e sarò felice di aiutarti. 

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Cristian Boin
Manager in affitto, affianco gli imprenditori nelle loro avventure. Hai un progetto da avviare o da portare avanti? Allora potrei essere il compagno di viaggio che fa al caso tuo. Trasformo le idee in piani d'azione e i progetti in obiettivi da raggiungere.

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E attenzione non sto dicendo questo per un motivo puramente motivazionale, non è un ambizione fine a se stessa. Devi avere una motivazione importante, una mission così grande perché ai tuoi clienti non basta più sapere che cosa vendi. I clienti oggi vogliono sapere perché lo vendi e come mai sei diverso dagli altri. Siamo invasi di proposte e offerte tutti tutti i giorni. Di fronte ad una spesa abbiamo l’imbarazzo della scelta. Quindi se devo scegliere fra due prodotti praticamente uguali e allo stesso presso, sceglierò l’azienda che è più in linea con i miei valori e i miei ideali. I tuoi clienti vogliono sapere chi ci sta dietro il prodotto. Questo implica per forza di cose metterci la faccia ed esporsi. Ma per farlo devi avere una motivazione grande. Devi avere una mission che possa farmi dire: “A questa persona sì che voglio dare i miei soldi”. Ma capisci che se la tua mission fosse limitata a “voglio diventare ricco e famoso per comprarmi la ferrari e mostrare il dito medio ai professori che non credevano in me” non basta? Ma per avere una missione bisogna fare un grosso lavoro preliminare di vision, di mission e di cultura aziendale. Troppe aziende si muovono senza una chiara direzione in testa. Oltre a scrivere mezzo paragrafo in qualche sezione nascosta del sito, avete un documento interno dove è spiegata con precisione la vostra visione, gli obiettivi a lungo periodo, i valori che volete portare avanti, gli ideali sulla quale si fonda tutta l’azienda e l’operatività in seguito dell’azienda. Non dobbiamo tutti voler cambiare il mondo, ma tutti dovremmo avere dei valori e degli ideali per la quale lottare. Che cosa ci spinge tutti i giorni ad alzarci? Per quale motivo hai davvero voluto fare impresa? Oltre alla parte più ideologica dobbiamo comunque dare un minimo di riscontro pratico in questi documenti. 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Affianco gli imprenditori nelle loro avventure:
1) Stabiliamo una meta da raggiungere.
2) Tracciamo possibili rotte da seguire.
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