Riferimenti di business
Ascoltami qui:

Ps: questa è una semplice e grossolana trascrizione non rivisitata della puntata.

Riferimenti di business sbagliati: attento a chi prendi come esempio

Osservare come opera un’azienda o una persona, anche al di fuori del nostro settore è utilissimo.

Sono due i principali motivi per la quale dovremmo TUTTI e in maniera costante guardarci attorno:

  1. Prendere spunto da quello che sta funzionando in un’altra realtà
  2. Evitare di fare gli stessi errori

Purtroppo in questo genere di analisi tendiamo a concentrarci unicamente nel punto uno, non imparando mai dagli errori altrui.

C’è un altro errore ancora più grave: prendere spunto da dei riferimenti sbagliati.

In diverse occasioni ho letto interventi che elogiavano le strategie di marketing e di comunicazione di alcuni riferimenti completamente sbagliati per un piccolo imprenditore, un consulente o un libero professionista.

Quante volte leggo: “Amazon ha fatto questo allora lo devo fare anche io…” oppure: “Voglio comunicare come Fiorello perché è un genio del marketing sulla cresta dell’onda da 40 anni.”

Non metto in dubbio che da Fiorello o da Amazon si possa imparare qualcosa o per lo meno prendere spunto, ma che ci piaccia o meno sono dei mondi completamente differenti. Esistono pochi Amazon nel mondo e Fiorello è un comico, non un’impresa commerciale.

Librerie in crisi: la colpa è davvero di Amazon? Leggi ora l’articolo

In questa puntata ho fatto un elenco di alcuni modelli di business o settori dalla quale purtroppo non ha senso prendere ispirazione e punto per punto proverò a darvi una motivazione.

In ordine:

  • Mass media e mondo multimediale.

Tv, Radio, Cinema e stampa vivono di contenuti. Io stesso sto trasmettendo un concetto con un contenuto, questo non significa che debba prendere come riferimento una stazione radio per migliorare il mio podcast. Tra i contenuti di un’emittente televisivo e il video registrato da un imprenditore per fare content marketing non c’è nessun elemento in comune.

Sono due sport differenti giocati con lo stesso strumento.

  • Influencer, Youtuber e Blogger

Anche in questo caso parliamo di riferimenti che operano in un mondo differente da quello aziendale. Ancora una volta abbiamo due sport diversi giocati con lo stesso strumento.

Queste sono tutte professioni che vivono di visibilità. Un’azienda non vive delle dimensioni del pubblico ma della qualità di esso.

Io capisco la facilità dell’inganno, un influencer vive di social network ed è quindi immediato pensare che possa essere un valido riferimento per come muoversi sui social network. Questo è un errore perché a livello strategico ed operativo cambia tutto.

Vi faccio un piccolo esempio.

Uno Youtuber in un video di pochi minuti potrebbe ripetere tre volte:

“Ricordati di mettere mi piace al video, iscriviti al canale e attiva la campanella degli avvisi.”

Un avvocato che registra un video dove spiega come funzionano le quote ereditarie non può fare una cosa del genere sarebbe una pagliacciata.

  • Personaggi pubblici

Il fatto che una persona gestisca la comunicazione di Cristiano Ronaldo non significa che sia una scelta saggia ingaggiarlo per gestire la comunicazione della tua impresa, non vuol dire nulla. Sono obiettivi completamente diversi.

Qui inserisco anche cantanti e scrittori. O comunque chi vende contenuti di intrattenimento. Uno scrittore guadagna sulle copie di libri venduti e vive di questo, un consulente che pubblica un libro non guadagna un centesimo dai libri venduti, per guadagnarci bisognerebbe vendere un numero di copie altissime e di conseguenza affrontare temi di massa come i romanzi.

Il libro e ne ho parlato nella puntata legata ai costi di acquisizione può servire per ripagarsi i costi di acquisizione di un cliente, andare in break-even nel processo di trasformazione di un contatto in cliente, non per marginarci.

Per lo stesso motivo vi consiglio di non ingaggiare un social media manager che specializzato nella gestione dei profili degli influencer. Non che non siano bravi, anzi probabilmente a fare il loro lavoro saranno bravissimi, ma non c’entra nulla con la gestione di un profilo aziendale. Diverso è il caso in cui un professionista o un’azienda abbia competenze in entrambi i mondo.

  • Brand storici e colossi digitali

Uno dei riferimenti sbagliati più comune è quello dei grandi marchi o dei brand storici. Il fatto che Nutella, Adidas o Coca Cola implementino una determinata strategia per noi piccoli non ha davvero nessun significato.

Parliamo di brand che sono riconosciuti da chiunque in qualsiasi parte del pianeta, quando ti conosce tutto il mondo e soprattutto tutto il mondo sa che cosa fai e che cosa vendi i tuoi obiettivi saranno altri.

La grossa differenza tra le strategie di queste aziende e una PMI sono gli obiettivi, obiettivi che poi impostano tutta l’operatività. Un brand come Coca Cola principalmente ha l’obiettivo di ottenere sempre più visibilità, ricordarci che esistono ed essere sempre presenti. Come lo fanno? Sponsor nei programmi televisivi e nelle competizioni sportive, product placement nei film, cartelloni giganti a Times Square.

E se notate anche queste pubblicità sono di solito molto semplici, magari c’è soltanto la scritta coca cola e basta. Invece una pmi non può permettersi una campagna senza un messaggio differenziante e una chiamata all’azione.

Passatemi il concetto molto sempliciotto, ma possiamo dire che il marketing di questi colossi sia molto più semplice e meno strutturato rispetto all’attività che potrebbe fare un negoziante o un consulente per intenderci.

possiamo invece prendere fortemente spunto dalla gestione manageriale di questi colossi. Ad esempio ritengo molto utile trarre spunto dalla loro gestione dei rischi.

  • Formatori e coaching.

Formatori e coach di qualsiasi ambito, non solo marketing e vendita, ma anche crescita personale, finanza, cura del corpo, fitness… qualsiasi genere di formazione. In particolare modo per chi ha fa formazione con un modello puramente scalabile e unilaterale. Che cosa intendo, formatori che vendono libri, video corsi, webinar pre registrate, ma è sempre un modello uno a tanti.

Da chi organizza piccole mastermind o eventi dal vivo, lezioni di gruppo interattive è già diverso e possiamo prendere più ispirazione.

Attenzione a non fraintendermi: non sto dicendo di stare alla larga da ciò che queste persone insegnano, dico di stare attenti a non prendere ispirazione dal marketing e le strategie di questi formatori. Non da quello che insegnano ma da come si promuovono.

Ascolta ora la puntata e scopri quali riferimenti di business (e perché!) non dovresti avere.

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Cristian Boin
Manager in affitto, affianco gli imprenditori nelle loro avventure. Hai un progetto da avviare o da portare avanti? Allora potrei essere il compagno di viaggio che fa al caso tuo. Trasformo le idee in piani d'azione e i progetti in obiettivi da raggiungere.

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Marketing a freddo funziona?

Il marketing a freddo funziona? #13

Il marketing a freddo funziona? Cristian ma cosa ne pensi del marketing a freddo? Mi sono sempre piaciuti gli spoiler, sono una di quelle persone che prima di comprare un libro legge il finale. Quindi vi svelerò subito che cosa penso del marketing a freddo. Il marketing a freddo può funzionare per la legge dei grandi numeri, ma è il metodo meno efficiente di procedere, più fastidioso per i clienti e che genera il maggiore stressante ad un venditore.Questa settimana ho letto l’ennesimo post dell’ennesima persona che si lamenta di tutte quelle persone che su LinkedIn ti aggiungono e dopo pochi secondi ti mandano una richiesta a freddo. Sarà capitato anche a voi di ricevere dei messaggi da persone sconosciute che vi propongo delle consulenze gratuite, di acquistare qualche prodotto miracoloso o di entrare a far parte del network di qualche azienda che rivoluzionerà per sempre il mercato e vi farà diventare ricchi. Il post che ho letto condannava questa tipologia di approcci che rientrano nel marketing a freddo. C’è ancora invece una minoranza di persone che difende questo genere di marketing.  Nei commenti a questo post ho letto un commento che vorrei usare come spunto di riflessione per la puntata di oggi.  “Scandalizzarsi per una richiesta di contatto a freddo su LinkedIn è come scandalizzarsi per la richiesta di appuntamento su un’app di incontri.” In questa puntata commenterò questa affermazione, che io ritengo completamente senza senso. O meglio, l’analogia di per sé non sarebbe sbagliata, peccato che questo approccio non funziona in nessuno dei due casi.  Per onestà devo dire di non essere un esperto di LinkedIn, quindi parlerò da utilizzatore e non da consulente. Allo stesso tempo non sono iscritto a nessun sito di incontri, ma sono cresciuto durante gli albori di Facebook e per un adolescente era a tutti gli effetti un sito di incontri. Il problema è il mezzo, non il fine. Non è sbagliato iscriversi su LinkedIn per cercare nuovi clienti e non è sbagliato stare su Tinder alla ricerca di appuntamenti.  Mi interessa stringere nuove relazioni commerciali e mi interessa conoscere nuove persone, ma questo non significa che ogni regola di buona educazione vada a farsi benedire. Usciamo un attimo dal mondo della rete. Potrei avere bisogno di un’aspirapolvere nuova, questo non autorizza un venditore ad entrare in casa mia alle nove di sera, senza bussare e senza aspettare un mio consenso.Dovrebbe presentarsi in orario consono, stringermi la mano e se e solo se dovessi mostrare un pizzico di interesse lo inviterei ad entrare. Il fatto che abbia bisogno del suo prodotto non lo autorizza a bruciare le tappe o a fregarsene del rispetto e della buona convivenza. Questo accade anche sui siti di incontro. Il fatto di essere alla ricerca di nuove conoscenze non implica uscire con chiunque. Non accetterò  alla cieca la richiesta di appuntamento di una persona che non conosco e per la quale non nutro nessun interesse. Quindi come si ottiene un appuntamento su Tinder? Bisogna farsi notare, avere un approccio educato, corretto e provare a stupire la persona. Poi si instaura una conversazione, si conversa per qualche giorno, ci si conosce a vicenda e solo dopo qualche giorno potremo chiedere un appuntamento: non possiamo chiedere un appuntamento al primo messaggio! Lo stesso accade tra azienda e cliente, dove la propensione all’impegno aumenterà gradualmente passo dopo passo. Quindi come si ottiene un contatto SANO su LinkedIn senza ricorrere al marketing a freddo? ASCOLTA ORA LA PUNTATA

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