Come organizzare una riunione podcast ep26 spunta uno spunto
Ascoltami qui:

Ps: questa è una semplice e grossolana trascrizione non rivisitata della puntata.

Come organizzare al meglio una riunione

Intendete continuare tutta la vita ad organizzare riunioni che non hanno senso di esistere o prima o poi la smetterete?
Forse sono io che non capisco, però mi fate prendere l’auto, rimango incolonnato nel traffico per un’ora, un’altra ora per trovare posteggio e per cosa? Per fare un meeting di 20 minuti di cui i primi 10 a raccontarci come sia andato il weekend, cinque minuti di pausa perché uno dei soci deve rispondere al telefono e altri cinque minuti di pausa caffè.

Ogni tanto mi sembra di tornare alle scuole medie, dove cercavo di convincere mia madre a non farmi andare a scuola inventandomi dolori e malanni di ogni genere. Sono sicuro che anche a te sia capitato di uscire da una riunione e chiederti:

“Era davvero necessaria la mia presenza?”

Il rammarico di aver perso del tempo è un sentimento comune tra tanti lavoratori.

In questa puntata di spunta uno spunto ho deciso di fornire un paio di consigli per organizzare al meglio una riunione.

Non è ancora il momento di passare ai preparativi, partiamo chiedendoci se la riunione abbia davvero senso di essere svolta. Come facciamo a trovare una risposta?

  • Definendo uno scopo. Ogni meeting lavorativo deve avere uno scopo preciso
  • Identificando un obiettivo. Ogni scopo deve essere accompagnato da un obiettivo misurabile e quantificabile con un KPI. Esempio: riunione per valutare dei nuovi candidati da inserire nel team, l’obiettivo potrebbe essere analizzare almeno una trentina di curriculum.

Al termine delle riunioni potremo confrontare l’operato con gli obiettivi concordati e determinare se effettivamente la riunione sia stata positiva.

Come organizzare al meglio una riunione

 

Capirai che l’efficacia di una riunione è data soprattutto dal lavoro svolto PRIMA della riunione stessa. Vediamo allora un paio di azioni pratiche da fare per preparare al meglio una riunione.

  • Selezione delle persone: inutile convocare una persona la cui presenza non è davvero necessaria. Potrà sembrare un consiglio banale, ma quante volte viene convocato un team intero a priori, senza chiedersi se davvero sia la scelta migliore. Per scegliere le persone giuste ha sicuramente senso ricorrere alla matrice di responsabilità.
  • Trovare una data: per favore, siamo nel 2020, smettiamola di inviare trenta email per trovare un giorno nel calendario che vada bene a tutti. Oltre ad essere una perdita di tempo è una delle cause di maggiore stress prima di una riunione.. Ci sono un sacco di applicazioni e strumenti gratuiti, come Doodle e Calendly che permettono di trovare una data in comune a tutti. Come funzionano? È semplice: proponi alcune date possibili, invia un link ai partecipanti, ogni partecipante selezionerà le date in cui sarà disponibile. Con un semplice click potrai trovare la data più comoda a tutti.
  • Definire una scaletta della riunione. Approcciare una riunione senza una direzione chiara da seguire è deleterio. Dividere ogni riunione in fasi e punti da affrontare è sicuramente la scelta più opportuna.

“Cristian non hai scoperto l’acqua calda.”

Lo so bene. Ma ora ti chiedo: nelle ultime trenta riunioni che hai fatto, quante volte hai ricevuto in anticipo una scaletta con il programma della riunione?

  • Inviare la scaletta e comunicare le informazioni di servizio. Ovviamente questa scaletta andrà inviata con largo anticipo ad ogni partecipante. In questo modo ogni partecipante potrà proporre eventuali modifiche o aggiunte da fare. Quando inviate la scaletta informate i partecipanti anche del luogo esatto, dell’orario e dell’occorrente per la riunione. Non c’è cosa più frustrante di ritrovarsi a cinque minuti dalla riunione a chiedersi: “La riunione sarà su Zoom o su Skype? Dovevo preparare un PowerPoint con le mie idee o potrò esporle a voce?”

Ascolta ora la puntata e scopri altri consigli per migliorare l’organizzazione di una riunione!

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Cristian Boin
Manager in affitto, affianco gli imprenditori nelle loro avventure. Hai un progetto da avviare o da portare avanti? Allora potrei essere il compagno di viaggio che fa al caso tuo. Trasformo le idee in piani d'azione e i progetti in obiettivi da raggiungere.

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Riferimenti di business sbagliati: attento a chi prendi come esempio Osservare come opera un’azienda o una persona, anche al di fuori del nostro settore è utilissimo. Sono due i principali motivi per la quale dovremmo TUTTI e in maniera costante guardarci attorno: Prendere spunto da quello che sta funzionando in un’altra realtà Evitare di fare gli stessi errori Purtroppo in questo genere di analisi tendiamo a concentrarci unicamente nel punto uno, non imparando mai dagli errori altrui. C’è un altro errore ancora più grave: prendere spunto da dei riferimenti sbagliati. In diverse occasioni ho letto interventi che elogiavano le strategie di marketing e di comunicazione di alcuni riferimenti completamente sbagliati per un piccolo imprenditore, un consulente o un libero professionista. Quante volte leggo: “Amazon ha fatto questo allora lo devo fare anche io…” oppure: “Voglio comunicare come Fiorello perché è un genio del marketing sulla cresta dell’onda da 40 anni.” Non metto in dubbio che da Fiorello o da Amazon si possa imparare qualcosa o per lo meno prendere spunto, ma che ci piaccia o meno sono dei mondi completamente differenti. Esistono pochi Amazon nel mondo e Fiorello è un comico, non un’impresa commerciale. Librerie in crisi: la colpa è davvero di Amazon? Leggi ora l’articolo In questa puntata ho fatto un elenco di alcuni modelli di business o settori dalla quale purtroppo non ha senso prendere ispirazione e punto per punto proverò a darvi una motivazione. In ordine: Mass media e mondo multimediale. Tv, Radio, Cinema e stampa vivono di contenuti. Io stesso sto trasmettendo un concetto con un contenuto, questo non significa che debba prendere come riferimento una stazione radio per migliorare il mio podcast. Tra i contenuti di un’emittente televisivo e il video registrato da un imprenditore per fare content marketing non c’è nessun elemento in comune. Sono due sport differenti giocati con lo stesso strumento. Influencer, Youtuber e Blogger Anche in questo caso parliamo di riferimenti che operano in un mondo differente da quello aziendale. Ancora una volta abbiamo due sport diversi giocati con lo stesso strumento. Queste sono tutte professioni che vivono di visibilità. Un’azienda non vive delle dimensioni del pubblico ma della qualità di esso. Io capisco la facilità dell’inganno, un influencer vive di social network ed è quindi immediato pensare che possa essere un valido riferimento per come muoversi sui social network. Questo è un errore perché a livello strategico ed operativo cambia tutto. Vi faccio un piccolo esempio. Uno Youtuber in un video di pochi minuti potrebbe ripetere tre volte: “Ricordati di mettere mi piace al video, iscriviti al canale e attiva la campanella degli avvisi.” Un avvocato che registra un video dove spiega come funzionano le quote ereditarie non può fare una cosa del genere sarebbe una pagliacciata. Personaggi pubblici Il fatto che una persona gestisca la comunicazione di Cristiano Ronaldo non significa che sia una scelta saggia ingaggiarlo per gestire la comunicazione della tua impresa, non vuol dire nulla. Sono obiettivi completamente diversi. Qui inserisco anche cantanti e scrittori. O comunque chi vende contenuti di intrattenimento. Uno scrittore guadagna sulle copie di libri venduti e vive di questo, un consulente che pubblica un libro non guadagna un centesimo dai libri venduti, per guadagnarci bisognerebbe vendere un numero di copie altissime e di conseguenza affrontare temi di massa come i romanzi. Il libro e ne ho parlato nella puntata legata ai costi di acquisizione può servire per ripagarsi i costi di acquisizione di un cliente, andare in break-even nel processo di trasformazione di un contatto in cliente, non per marginarci. Per lo stesso motivo vi consiglio di non ingaggiare un social media manager che specializzato nella gestione dei profili degli influencer. Non che non siano bravi, anzi probabilmente a fare il loro lavoro saranno bravissimi, ma non c’entra nulla con la gestione di un profilo aziendale. Diverso è il caso in cui un professionista o un’azienda abbia competenze in entrambi i mondo. Brand storici e colossi digitali Uno dei riferimenti sbagliati più comune è quello dei grandi marchi o dei brand storici. Il fatto che Nutella, Adidas o Coca Cola implementino una determinata strategia per noi piccoli non ha davvero nessun significato. Parliamo di brand che sono riconosciuti da chiunque in qualsiasi parte del pianeta, quando ti conosce tutto il mondo e soprattutto tutto il mondo sa che cosa fai e che cosa vendi i tuoi obiettivi saranno altri. La grossa differenza tra le strategie di queste aziende e una PMI sono gli obiettivi, obiettivi che poi impostano tutta l’operatività. Un brand come Coca Cola principalmente ha l’obiettivo di ottenere sempre più visibilità, ricordarci che esistono ed essere sempre presenti. Come lo fanno? Sponsor nei programmi televisivi e nelle competizioni sportive, product placement nei film, cartelloni giganti a Times Square. E se notate anche queste pubblicità sono di solito molto semplici, magari c’è soltanto la scritta coca cola e basta. Invece una pmi non può permettersi una campagna senza un messaggio differenziante e una chiamata all’azione. Passatemi il concetto molto sempliciotto, ma possiamo dire che il marketing di questi colossi sia molto più semplice e meno strutturato rispetto all’attività che potrebbe fare un negoziante o un consulente per intenderci. possiamo invece prendere fortemente spunto dalla gestione manageriale di questi colossi. Ad esempio ritengo molto utile trarre spunto dalla loro gestione dei rischi. Formatori e coaching. Formatori e coach di qualsiasi ambito, non solo marketing e vendita, ma anche crescita personale, finanza, cura del corpo, fitness… qualsiasi genere di formazione. In particolare modo per chi ha fa formazione con un modello puramente scalabile e unilaterale. Che cosa intendo, formatori che vendono libri, video corsi, webinar pre registrate, ma è sempre un modello uno a tanti. Da chi organizza piccole mastermind o eventi dal vivo, lezioni di gruppo interattive è già diverso e possiamo prendere più ispirazione. Attenzione a non fraintendermi: non sto dicendo di stare alla larga da ciò che queste persone insegnano, dico di stare attenti a non prendere ispirazione dal marketing e le strategie di questi formatori. Non da

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1) Stabiliamo una meta da raggiungere.
2) Tracciamo possibili rotte da seguire.
3) Prepariamo il necessario per partire.
4) Partiamo!

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